In foto, the Electric Car Cemetery in Cina – fonte acidcow.com

Nella corsa al sempre minore impatto ambientale ed alla riduzione delle emissioni nocive ormai pressoché ogni costruttore automobilistico ha, a listino, almeno un’auto ibrida od elettrica.

Le argomentazioni che muovono il mercato verso l’elettrico sono nobilissime. Per fare ciò, il mercato stesso, grazie ad azioni di marketing supportate da ricerche scientifico-ambientali, cerca di muovere le scelte dei consumatori verso una scelta “cool”, trendy, al passo con i tempi. Il tutto coadiuvato da un sistema politico e fiscale che rema sempre più a favore delle energie rinnovabili e sempre più contro i carburanti fossili . Per automobilista, insomma, l’idea che possa contribuire a salvare il Pianeta dall’inquinamento deve diventare una ragione preponderante di scelta del veicolo.

Fin qui nulla da eccepire. Sono ragioni nobili, come già detto. Il fatto è che, come spesso accade, i dati che supportano tale veicolazione di scelta dei consumatori sono riferite a ricerche “di parte”.

Per esempio, mi piacerebbe leggere studi sull’impatto energetico della produzione degli accumulatori che ognuna di queste auto ad emissioni zero ospita, nonché i costi in termini energetici e di smaltimento di un pacco batteria esausto. La vita di tali accumulatori è attualmente arrivata ad otto anni, in base alle tecnologie costruttive odierne.

Stiamo disseminando di batterie, accumulatori e pannelli solari le auto del nostro futuro, cullandoci del fatto che non emettano “immediatamente” sostanze nocive.

Ma che ne sarà del futuro dei nostri figli, quando la naturale obsolescenza di tali componenti graverà sulla già compromessa filiera dello smaltimento dei rifiuti speciali?

Benedetto Rutigliano

Autore di AUTO USATE: comprare al meglio con meno di 5000 Euro

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