Come ormai tutto conoscono, anche le automobili diesel Euro 4 sono, da pochi giorni, sotto censura, partendo da Milano. E’ prevedibile che la decisione contamini a macchia d’olio le Amministrazioni di tutti i principali grandi centri urbani del centro-nord Italia entro pochi mesi.

La ragione è sempre la stessa: il microparticolato sprigionato dai diesel di “vecchia generazione” mina la salute pubblica.

Sacrosanto.

A proposito di tale argomento vi invito a leggere anche questo articolo, però, perché in poche considerazioni rende del tutto superflua, nei diesel, la differenziazione tra “generazioni”. Altra lettura che potrà aiutarvi a capirci qualcosa in più sull’intricato mondo delle auto usate, è il seguente libro:

Si calcola che, solo su Milano, le auto messe fuorigioco da questa nuova limitazione siano dalle 150.000 alle 160.000 unità (Fonte Aci).

Come immediata conseguenza della notizia è immaginabile un crollo delle quotazioni, in area lombarda, di tutte quelle auto che non soddisfano le vigenti normative antinquinamento; tale crollo di valore dovrebbe, a stretto giro, contagiare il parco auto di tutte le regioni del centro-nord Italia, sull’onda della paura per l’intuibilmente imminente utilizzo del medesimo criterio di circolabilità, anche su molti altri grandi centri urbani.

Cosa farsene, quindi, di un’auto ancora perfettamente in ordine ed efficiente, ma che costituisce un vero e proprio impedimento alla vita di tutti i giorni?
Rivenderla sì, ma dove?
Cosa acquistare?
O meglio, acquistare un’altra auto o affidarsi alla mobilità pubblica?

In ogni caso, se abitate in uno dei grandi centri urbani sotto imminente “censura”, dovrete prima o poi affrontare il problema di cosa farvene di quest’auto ancora integra e ben funzionante ma non più voluta nelle nostre città. Il primo mercato di approdo di automobili usate resta, ancora una volta, il Sud Italia. E’ così da decenni e la tradizionale osmosi di auto usate da nord a sud continuerà con rinnovato vigore man mano che queste nuove direttive prenderanno piede.

Il risultato? Un Sud Italia sempre più intasato di veicoli “vecchi”, molti dei quali riescono ancora a sfruttare la conversione in auto storiche e qualche agevolazione per le ultraventennali. Ma quanto potrà durare?

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