La caccia alla piccola migratoria è una tradizione che riecheggia da secoli addietro nella cultura italiana: è un appuntamento fisso, concomitante con i cambi stagionali di clima, con abitudini conviviali tra amici, con il rinnovato contatto con l’ambiente che, sui primi giorni di ottobre, vede ritornare i cacciatori su posti che, spesso tramandati di generazione in generazione, hanno storicamente fruttato buoni carnieri.

La caccia alla piccola migratoria è estremamente vulnerabile e “manipolabile” con richiami elettronici, vera e propria sciagura e profanazione dell’ ars venandi.

DOMANDA: Perché noi, cacciatori etici, dovremmo essere corresponsabili delle nefaste future sorti della caccia, anche se non abbiamo mai nemmeno osato equipaggiarci con uno di questi dispositivi?

RISPOSTA: Perché nel nostro ambiente è ancora troppo poco diffusa l’abitudine di fare la soffiata alle autorità preposte se qualcosa di illecito viene consumato da nostri “colleghi” a qualche centinaio di metri, mentre ci rompiamo dita e labbra con richiami arcaici a fiato o a mano.

Il fatto è che non sappiamo distinguere la radicale differenza che c’è tra noi, cacciatori ligi oltreché estremamente timorosi di perdere la nostra licenza di porto di fucile, ed il resto, che chiamerei senza esitazioni bracconieri.

E quasi sempre il bracconiere è e resta IMPUNITO per tutta la sua “carriera”, continuando abitualmente ad effettuare prelievi di selvaggina nelle modalità più deprecabili e nell’assoluto sprezzo non solo delle leggi, ma anche degli altri cacciatori, che con pazienza e dedizione curano i territori di caccia spesso sin dalla primavera, che hanno l’accortezza di non esercitare eccessiva pressione venatoria su un unico luogo di caccia per più giorni di seguito, che raccolgono i bossoli vuoti sistematicamente -anche quelli altrui-, che al termine della giornata non lasciano l’appostamento pieno di bottiglie di plastica e cartacce.

Noi tutti cacciatori etici dobbiamo tenere a mente che

oggigiorno è pressoché impossibile che 100 azioni virtuose ad opera di cacciatori vengano elogiate, ma è assolutamente certo che una sola azione illecita da parte di un bracconiere venga pubblicizzata a vessillo di guerra contro l’intera categoria!

Non bisogna aver timore di riconoscere e denunciare chi, tra i possessori di licenza di porto d’armi, non merita affatto di detenere questa CONCESSIONE che, di fatto, ogni anno siamo privilegiati di vederci riconosciuta!

Qualche motivo per denunciare?

  1. Infrangono continuamente la disciplina venatoria che noi religiosamente osserviamo, anche a costo di perdere buone occasioni sui selvatici;
  2. Disturbano la nostra azione di caccia, se stiamo nelle vicinanze;
  3. Rovinano il territorio e le colonie di selvaggina;
  4. Inquinano e irrimediabilmente sporcano la reputazione e l’immagine della categoria dei cacciatori.

Se questo non ci basta, allora meritiamo davvero di vederci chiusa definitivamente la caccia in Italia.

DENUNCIAMO I CACCIATORI FUORILEGGE!

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